Laura
Pierdicchi,
“OLTRE”,
Genesi Editrice, Torino 2016
Lesa sul Lago Maggiore, 15 agosto 20016
Cara
Laura,
la tua raffinata raccolta va appunto “Oltre” gli stilemi e le
misure metriche di un discorso, sensibilissimo, dedicato a un affetto
grandissimo e vitale in assoluto per te e per la nostra memoria di
Franco Rossetto, straordinario tuo compagno di vita e artista che,
parallelamente alla tua poesia, ci ha donato negli anni stimoli di
sapienza e dismisura poetica. In arte e in poesia si parla sovente
del valore dell’”assenza”, credo invece che grazie a
te
e a Franco si debba essere sempre coinvolti in una “presenza”
eternale, qui e oltre. Una presenza che non è certo
superficiale o estetica passione, bensì coinvolgente vitalità tra
vita e morte, tra la gioia e il dolore, secondo il detto di Franco
nell’esergo che citi “Amo il mondo più del mondo perché è una
amara gioia”.
La memoria dell’arte di Franco Rossetto è ben rappresentata dalle riproduzioni riportate nel tuo libro: una vicenda segnica e magicamente coloristica che va, negli anni e nelle esperienze artistiche, da un tormento informale, a una continua scoperta solare ed energetica, alla volontà di percepire l’universo degli universi nel suo ordine cosmologico.
La tua poesia, qui, tocca in parola (rarefatta) le misure di quell’ universo percepito tramite il viatico creativo dell’amore.:
Del
cielo il colore non è mio –
la
luce si è spenta di questo ciel
Mi
resta solo la sera
che
si confonde in contorni di mistero
la sera porta il colore che mi veste.
Se il colore non è tuo, è della veste che ti è stata donata. Dall’amore e dalla magica pienezza della luminescenza lasciata misteriosamente a questo cielo oscuro. Un ossimoro – ombra e luce unico connubio. Dio (Genesi) creata la luce vide che era bella e illuminò tutto il mondo già creato: così che ombra e luce, come s’è detto, erano prima, per l’appunto, una cosa sola. Come una cosa sola si danno, attraverso l’amore, la vita e la morte.
La metamorfosi vitale: nella poesia e nel pensiero della bellezza si fa parola. Si fa quel fiat che va oltre ogni materiale creazione. Si trasforma ancora, divita in vita, di morte in morte in spirito ‘biologico’. L’essenza biologica della parola poetica è qui’dimostrata’ – serpeggiando tra le vene - oltre ogni mistero.
Il
sentire serpeggia tra le pietre
s’intreccia
con le foglie
vibra
nell’aria e nella luce
si fa parola.
Un
petalo sfiora il gesto
l’occhio
comprende
così
diviso
il
corpo è spazio aperto –
lo
spirito serpeggia tra le vene.
Perciò, quindi, quando la sete d’amore beve l’acqua di questo vitale deserto, il connubio astrale tempera la solitudine e segna la nascita delle cose, delle appassionate dismisure:
Quando
la sete
trova
l’acqua del deserto
è
copula astrale
Vorrei citare la mia personale visione di questa tua vitale raccolta rifacendomi in parafrasi a un sonetto di Shakespeare:
……
Ma poi ch’è morto, e vivi sono oggi [come te]
i poeti, / leggerò questi per
lo
stile, e di lui dirò [e di te] per il vostro amore.